Tsunami in Italia

Circa 8000 anni fa un maremoto devastò il Mediterraneo interessando le coste della Sicilia orientale, l’ Italia meridionale, l’Albania, la Grecia, il Nord Africa dalla Tunisia all’Egitto, spingendosi sino alle coste del vicino oriente, dalla Palestina, alla Siria ed al Libano.

La causa fu lo sprofondamento in mare di una massa di 35 chilometri cubi di materiale, staccatosi dall’Etna, in seguito ad un sisma di eccezionale magnitudo. L’onda iniziale che si generò era alta più di 50 metri e raggiunse le propaggini estreme del Mediterraneo orientale in 3 o 4 ore, viaggiando alla velocità di diverse centinaia di chilometri orari. Tale sconvolgimento determinò la scomparsa improvvisa di numerosi insediamenti costieri di epoca neolitica, come è stato dimostrato dai ritrovamenti archeologici sulle coste di Israele. Lo studio che ha portato alla dimostrazione di questo evento cataclismico è stato condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, con finanziamento del Dipartimento di Protezione Civile, nel 2006.In epoca abbastanza recente varie fonti riferiscono di un maremoto a seguito del Terremoto del Val di Noto, del 1693, quando una gigantesca ondata devastò le coste orientali della Sicilia dopo che il mare si era ritirato di centinaia di metri. In questo caso l’epicentro del sisma si ritiene fosse situato sotto il fondo del mare, una trentina di kilometri, al largo di Augusta.Il terremoto di Messina del 1908 innescò un maremoto di impressionante violenza che si riversò sulle zone costiere di tutto lo Stretto di Messina con ondate devastanti stimate, a seconda delle località della costa orientale della Sicilia, da 6 m a 12 m di altezza. Lo tsunami in questo caso provocò migliaia di vittime, aggravando il bilancio dovuto al terremoto.Un movimento dell’ acqua di dimensioni più contenute si verificò nel dicembre 2002 nel Mar Tirreno. L’onda generata dal crollo in mare di un costone del vulcano Stromboli, alta alcuni metri, distrusse parte delle zone costiere abitate dell’isola di Stromboli causando danni e disagi anche alla navigazione.

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