‘Lisella’ e ‘Mazzone Bruno’: il trasporto locale che muore

Non solo Metrocampania Nordest. Disagi non solo sulla tratta Benevento-Napoli. E’ un momentaccio quello che si vive nelle aree interne della Campania, non sfuggendo al negativo trend – appunto – neppure il settore trasporti. Come si apprende da un comunicato a firma del signor Alessandro Corona della Associazone Pendolari Sanniti, le aziende ‘Mazzone Bruno’ e ‘Lisella’ starebbero – con decorrenza dal 1 ottobre – per chiudere i battenti, con gravissimo disagio per i residenti della provincia. In modo particolare, ad essere penalizzati sarebbero gli utenti della valle telesina e quelli ricadenti nei comuni  di Sant’Arcangelo Trimonte (non bastava la discarica, ahiloro..), Apice e San Giorgio del Sannio.Sono i numeri ad essere imponenti: sempre secondo quanto riportato nel comunicato di cui sopra, circa 350 studenti – senza contare anche altre categorie di utenti – quotidianamente si dirigono dalle sole Apice e Sant’ Arcangelo Trimonte verso il capoluogo del Sannio. Il disagio sarà, quindi, di grossa entità. Ci auguriamo che all’ utenza or detta qualcuno fornisca una soluzione alternativa. Intanto, è palese la condizione di diffuso disagio – si, proprio disagio – in cui versa il territorio della Provincia. E le colpe – politicamente parlando – sono multicolori, nè possono essere ascrivibili in via esclusiva ai soli governatori di oggi. Le difficoltà del Sannio sono la risultante di una latitanza delle istituzioni stratificatasi negli anni. Sarebbe – come giustamente assserisce il medesimo firmatario del comunicato – riduttivo voler individuare il colpevole in una unica figura – assessore o sindaco che sia. Siamo dinanzi ad una condizione che riflette la incapacità della politica di difendere e rappresentare il territorio e che investe tutte le angolature del territorio: occupazione, politiche sociali, servizi essenziali, assistenza sanitaria, trasporti…chi più ne ha, ne metta. Ed intanto ci si trascina avanti – stancamente, quasi con rassegnazione – lasciando che si disperda un patrimonio di bellezze territoriali e di storia che, qualche centinaia di chilometri più a Nord, farebbe la fortuna dei rispettivi residenti.

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