A Piazza Piano di Corte aspettano il morto

Foto di Gazzetta di Benevento relativa alla rissa della notte
tra il 2 ed il 3 dicembre
Piazza Piano di Corte, nuovo round. Il secondo in quindici giorni. Arriva un’ ambulanza nel bel mezzo della folla. Un ragazzo viene portato via dal 118, non prima di aver fatto spuntare i capelli bianchi all’ autista del mezzo. Costretto, ahilui, a dimenarsi tra un mare di lamiere selvaggiamente spalmate sulla piazza, manco fosse una bestia braccata tra mille predatori. Non è, in ogni caso, la fine di una ennesima brutta storia. E’ solo l’ inizio. Il cronista della Gazzetta di Benevento riferisce che – da quel momento – si accendono a ripetute ondate piccole-grandi risse. Tafferugli, spintoni, schiamazzi. C’è chi accorre da ogni dove per godersi lo spettacolo dei nuovi gladiatori. Chi scappa, chi beve. Chi se ne frega e continua a ballare e cantare. Una serata di ordinaria follia. Tanto che – come sempre il giornalista della Gazzetta riferisce – lo stesso ha rinunciato – dato il diffuso clima di esagitazione – a scattare foto proprio per evitare guai alla personale incolumità. Scene da far west, quindi. Ma il problema non risiede nelle escandescenze in quanto tali. Gli imbecilli sono imbecilli. Il fatto grave è che il loro festival continua ad andare in scena liberamente nonostante le molteplici segnalazioni e denunce della stampa. Alcune recentissime, vecchie solo di una decina di giorni. Tutte inascoltate, tutte vittime di una evidente distrazione da parte di chi, invece, dovrebbe essere attento e vigile. Proprio non si capisce quale sia la misteriosa motivazione che non spinge chi preposto alla pubblica sicurezza, chi deputato alla prevenzione ad intervenire per tamponare il problema. Che – ne siamo certi – si potrebbe arginare  con una misera pattuglia – dal sicuro effetto deterrente –  schiaffata in mezzo alla piazza. O, come consuetudine italiana, si attende il fatidico morto? Cui seguirebbe – opportuni scongiuri facendo – la solita parata di rappresentanti istituzionali – dal volto costernato e contrito – con annesso gioco dello scaricabarile. Ma questo ci auguriamo – in tutta sincerità –  di non vederlo mai.

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