Caldoro ed il Sannio dimenticato
Che il Sannio ed i relativi abitanti non le suscitassero sensazioni di profonda simpatia – gentile Presidente Caldoro – lo avevamo già ampiamente compreso. Da tempo immemore. L’ intuizione, del resto, non era di quelle impossibili da partorire. Come si suol dire, non ci voleva la zingara. Il problema, però, risiede nel fatto che Lei è di una puntualità svizzera nel rammentarcelo. Lei ha la costante abilità di volgere lo sguardo verso le nostre latitudini esclusivamente quando vi è una brutta gatta da pelare (Sant’Arcangelo Trimonte docet) guardando altrove, invece, nel momento in cui vi è un riconoscimento da dispensare o, ancor peggio, una primaria necessità del territorio da soddisfare. San Bartolomeo in Galdo, Cerreto Sannita ed, in parte, anche Sant’Agata dei Goti sono tutte parte di una realtà sanitaria lacunosa cui, anche lei, non sta rimediando. Il nuovo piano trasporti regionale congegnato dall’ assessore Vetrella – proseguendo – taglia ogni collegamento domenicale – via ferro – sull’ asse Benevento-Napoli operando, altresì, tutta una vasta serie di altre decurtazioni. L’ ultimo schiaffo ce lo ha gentilmente concesso da pochi giorni. L’ assegnazione ad un ebolitano – ma poteva anche essere un avellinese o un finlandese, non è questione di campanilismo – della presidenza del parco regionale del Taburno è sintomatico dello snobbismo con cui guarda a noi ‘poveri’ sanniti. Diversamente da altre opinioni, riteniamo che un criterio geografico vada seguito nell’ assegnazione di ruoli ed uffici vari. Magari il signore di Eboli ha delle profonde competenze ed una conoscenza dei nostri luoghi maggiori rispetto a quelle di tanti sanniti. Vuoi vedere, però, che non v’era un beneventano – della città o della provincia che fosse – dotato di altrettante qualità? Nello specifico, il Presidente Caldoro avrebbe preso la sua decisione senza neppure ascoltare il presidente della Commissione Ambiente – come da regolamento regionale – che, tra le altre cose, è proprio un sannita (l’ onorevole Colasanto). Spostando il mirino via da Caldoro, ci concediamo una ultima nota sugli sprechi e sulle futilità della nostra politica. Nell’era di Monti che predica equità e stanga pensionati e poveri cristi, continuano a sopravvivere quegli sperperi che – se tagliati – solleverebbero i comuni mortali da tanti e tali sacrifici. Aldilà della già ripetuta riflessione sulla inutilità delle Comunità montane, che senso ha mantenere in vita due realtà fotocopia? Qual’ è la differenza – appunto – tra Comunità montana del Taburno e Parco regionale del Taburno? Nessuna, aldilà della nomenclatura. Più poltrone, più posti da assegnare, più amici e comparielli vari da foraggiare.
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