Monti e dintorni: si pesca sempre nelle tasche sbagliate

E stangata fu. Non vi erano, in effetti, troppe alternative per tentare di tappare le falle del debito pubblico. Chissà se questi sacrifici serviranno a ricacciare all’orizzonte – almeno per un pò – l’ incalzante fantasma della recessione. Unitamente a tutta una serie di falchi e coyote vari (principalmente di razza franco-tedesca), pronti a banchettare della nostra carcassa. Ci si rende conto, ora più che mai, leggendo i provvedimenti anti-crisi, di come fosse necessario – quasi vitale – in questo momento storico, l’ intervento di un governo tecnico. Nessun politico – ne siamo certi – avrebbe avuto il fegato di prendere decisioni così tanto impopolari. Ma, vi è un  MA grosso quanto una casa.  Ancora una volta, infatti, si è persa la vitale occasione di dare un segnale agli italiani. Un segnale di vero cambiamento. Per l’ ennesima volta la politica ed i relativi costi se la sono scampata – tutto sommato – in modo egregio. Il taglio delle Giunte provinciali fà il sollettico al gigante degli sprechi. Prima di sfottere i poveri pensionati, si doveva, infatti, iniziare a sforbiciare da altre parti. Si pensi alla futilità delle Comunità Montane o, ancora, a quella dei consorzi di bonifica. Si poteva proseguire nell’ opera risanamento con i consigli d’ amministrazione delle partecipate. Carrozzoni buoni solo a consolare – elargendo stipendi dorati – il politico di turno scontento o scaricato da qualche altra poltrona. Per non parlare del lauto compenso di parlamentari e consiglieri regionali. L’ Italia della politica è tutto un insieme di piccoli-grandi insulti al normo, o, sotto-stipendiato. Ne cito uno, pur consapevole  di come il riferimento al caso particolare abbia lo stesso peso specifico di una goccia in un oceano. Ebbene, in alcuni consigli regionali è consentita la sopravvivenza di gruppi consiliari formati da un solo membro. Ebbene, quell’ unico membro percepirà – oltre al personale stipendio – un bonus extra (pari, circa, a 1.500 euro) che spetta al gruppo consiliare in quanto tale. Ed, oltre a questo, un ufficio di segreteria composto da sette (7) membri. E’ questo il genere di sperperi da azzerare. Sono queste le spese in uscita da depennare. Non si può, invece, continuare a pescare dalle tasche di un pensionato che campa con 1.000 euro mensili. Bloccandogli per tutto il 2012 ed il 2013 la rivalutazione sulla base dell’ inflazione. Il potere di acquisto, soprattutto per questi poveri cristi, già bastonato con l’ avvento dell’ euro, subirà una ulteriore flessione. Meno si potrà spendere – secondo un basilare principio dell’ economia – meno ricchezza circolerà.  La tassa sulla prima casa  – proseguendo all’ insegna del motto ‘il cane mozzica sempre lo strazzato’ – ha solo cambiato nome: ora si chiama IMU. Si stanghino – se proprio si deve – i multiproprietari. Insomma, cambiano gli attori ma il palcoscenico è sempre il medesimo: il ricco si sente solo solleticare, la politica ed i suoi altari sono sempre al medesimo posto ed il comune mortale rischia di rimanere semplicemente mortale.

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