Primavera (per finta) del Palermo.Entravano gratis in tutti gli stadi
Li chiamano «I re delle imbucate», e non è solo un modo di dire. Il titolo nobiliare, infatti, è ampiamente meritato. Vanno in giro negli stadi italiani con le tute del Palermo figendosi giocatore della Primavera e si «imbucano», appunto, a bordo campo, negli spogliatoi, in tribuna d’onore. I loro trofei sono magliette, foto, autografi e tante partite viste gratis, senza sganciare un centesimo. Nessuno steward resiste, i tornelli e le sbarre per loro sono irrilevanti. Gli stadi di Roma, Milano, Lecce, Cagliari, Parma sono i «terreni di guerra» già conquistati. E altri «rischiano» di cadere sotto le loro incredibili tecniche. Gaspare Galasso e Antonino Massei, 18 e 19 anni, siciliani di Palermo (ma il primo è di origine di Messina) hanno trasformato una casualità in un sistema quasi scientifico. L’imbucata per loro non è una necessità, ma un’arte. Un mix di adrenalina nel provarci, di sfrontatezza tipica dell’età, il tutto condito da una simpatia irriverente.
Gaspare e Antonino con le maglie della Juve |
L’ultima «impresa» l’hanno compiuta due settimane fa, nel nuovissimo Juventus Stadium in occasione della sfida tra i padroni di casa e il Palermo. Non in un posto qualunque, ma nell’ultra moderno gioiello bianconero. A fine partita, foto con Matri e Pirlo, con tanto di magliette in regalo. «Abbiamo fatto tutto come al solito – racconta Gaspare – ci siamo presentati con le nostre tute all’entrata dicendo che eravamo con la squadra, giocatori della Primavera. Non c’è stato problema, ci hanno persino accompagnati e poi lasciati andare. Negli stadi italiani non troviamo ostacoli. Il segreto probabilmente sta nel fatto che nessuno ci chiede nulla, né tesserini né niente, forse perché sarebbero imbarazzati nel non riconoscere un giocatore». La loro avventura è nata in un pomeriggio romano, in occasione di una partita contro la Lazio. Dovevano avere due biglietti gratis, ma alla fine ne arrivò solo uno.
Dunque, per vedere la partita insieme, toccava inventarsi qualcosa. E Gaspare non se lo fece ripetere due volte. «Da allora è diventato più di un divertimento, è quasi una missione», dicono. La loro «imbucata» più famosa, prima dell’impresa di Torino, era quella della finale di coppa Italia Palermo-Inter, del 29 maggio scorso: in quell’occasione arrivarono a bordo campo, «rischiando» anche di ritirare la medaglia ricordo che spettava agli sconfitti. «Ma poi ci consigliarono di no, sarebbe stato troppo», dicono. Da allora Gaspare e Antonio sono diventati, se non famosi, quanto meno famigerati. Delle loro imprese si è accorta anche la trasmissione «Quelli che il Calcio», con tanto di invito come ospiti d’onore in diretta. Ma, ovviamente, non finisce qui: «Prossimamente faremo una grande imbucata in un altro grande stadio italiano e, dopo, tenteremo anche di andare a Madrid ed entrare al Santiago Bernabeu facendo finta di essere giocatori italiani in una squadra spagnola, ma questo lo dobbiamo anche studiare per bene». Intanto su Facebook la pagina «Gaspare Galasso Il re delle imbucate» è seguitissima ed ogni giorno conta nuovi adepti. «Perché l’imbucata è un arte, anche se molto, molto divertente».
La Juventus giudica la «penetrazione» dei due «portoghesi» un fatto grave. E tiene a far sapere che i due palermitani sono stati consegnati alle forze dell’ordine presenti nello stadio. È chiaro che, da parte della società bianconera, c’è l’interesse a salvaguardare la struttura «open» del «Juventus Stadium», scoraggiando chi, con le sue bravate, ne mette in discussione filosofia e identità della nuova struttura. «I due giovani sono stati fermati e identificati – spiega la Juventus – mentre si aggiravano per i corridoi della struttura. Non sono riusciti a raggiungere la tribuna poiché gli addetti alla security li hanno fermati prima che vi arrivassero, e consegnati alle forze dell’ordine».
da CorSera – Luigi Ansaloni
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