Se si punta la pistola alla pancia di una donna incinta
Forse erano strafatti di cocaina. Forse saranno stati ventenni o giù di li. Fatto sta che – ormai – per pochi spiccioli si arriva all’ azione di gesti che farebbero impallidire anche le bestie. E’ una storia che arriva da Napoli, ma potrebbe giungere anche da Milano o Venezia. Precisazione onde non ledere la suscettibilità di qualcuno. Ma, alla faccia di quest’ ultimi, il problema di Napoli risiede nel fatto che il pericolo – a differenza di altre città – è generalizzato. Non conosce distinguo tra quartieri bene e periferie. Ma torniamo al dunque. Capisci che stai sfiorando il baratro quando l’ azione violenta va a violare quelle pur poche norme etiche del mondo criminale. Che ‘tutelano’ le donne, a maggior ragione se in evidente stato di gravidanza. Capisci che si deve aver paura quando – per pochi spiccioli – un delinquente punta la pistola alla pancia di una donna che è a due mesi dal parto. L’ essere più delicato, nel momento più delicato della sua vita. Una vita che sta per vedere la luce.Queste bestie non si fermano dinanzi a niente. Forse non avrebbero mai sparato, forse quelli in dotazione erano solo giocattoli senza il tappo rosso. Ma capirete il terrore che ha provato quella donna vedendo quell’ arma puntata contro la sua creatura, contro quella parte di se per la quale soffre e sogna da settimane. E capirete – ancora – quali conseguenze avrebbero potuto determinare per la gestante ed il nascituro quegli interminabili atti di follia. Il problema non è solo Napoli. Il problema è uno solo: è la certezza della pena che nel nostro ordinamento ormai è un pallido miraggio. Troppe attenuanti, troppi cavilli, troppi ‘spazi’ in cui sanno infilarsi avvocati senza scrupolo. Occorerrebbe, specie in materia penale, una drastica semplificazione legislativa. Occorrerebbe che i criminali dovessero avere realmente paura della legge.
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