DURAZZANO- La chiesetta-rudere sulla Provinciale è solida?
Giuseppe Fortunato – da ‘Il Sannio Quotidiano’
collocandola a casaccio sul piano
sottostante.
Un po’ come fa un bimbo inesperto che gioca con le costruzioni nel
posizionarne i pezzi alla rinfusa.
Ebbene, questa è la sensazione che dà la chiesetta diroccata che si incontra
lungo la provinciale che da Durazzano conduce a Sant’ Agata dei Goti. O,
meglio, questo è quanto emerge dalla osservazione dell’ intero contesto. Ove si
apprezza una strada ed una chiesetta – di epoca risalente – la qual ultima non
corre parallela rispetto ad essa, bensì sfiorandola con un solo spigolo.
Provenendo da Sant’ Agata dei Goti, quindi,
percepisci netta la sensazione di ‘invasione’ e ti chiedi se sia nata prima la
strada o il luogo di culto. Certo è che
quel rudere rappresenta – già per la sua
sola posizione – una fonte di rischio per la incolumità degli utenti della
strada. In quel punto non è consentito – infatti – ‘sbagliare’, anche perché
impattare uno spigolo produrrebbe danni decisamente maggiori rispetto a quelli
che discenderebbero dalla collisione con una superficie piana. Oltre a questa
particolarità ‘di posizione’, tuttavia, è la tenuta medesima del rudere a
‘solleticare’ la preoccupazione dei lettori che ci hanno contattato. La domanda
è, all’ incirca, unanime: quel rudere è staticamente affidabile o è
suscettibile di crollo? Un eventuale problema in tale ultimo senso potrebbe – è
il timore di qualche nostro ‘aficionado’ – coinvolgere la carreggiata contigua.
L’ edificio – oggetto di nostro sopralluogo e di ulteriore foto-documentazione
– si presenta, in effetti, diroccato ed invaso abbondantemente dalla
vegetazione del luogo. L’ intonaco esterno è in molte parti assente, lasciando
scoperta la pietra viva. Il tetto originario risulta essere praticamente
assente; in suo luogo si palesano delle lamiere sorrette da impalcature. La
prima domanda che ci siam posti, noi altri, è stata quella della competenza. A
chi appartiene la struttura? Tempo una telefonata all’ ufficio tecnico
durazzanese ed incassiamo subito la risposta. Non la Provincia, non la Curia
bensì lo stesso Comune locale. Al disponibile personale dell’ ufficio facciamo
presente come, prima facie, un profano di materie ingegneristiche non giurerebbe
sulla solidità della struttura. “E’ sicura?” – chiediamo. La risposta è
tranquillizzante. “Nessun rischio di crollo” – ci garantiscono. Gli utenti possono, quindi, come da parole dei
tecnici comunali durazzanesi, stare tranquilli in merito a questa eventualità.
Il dipendente comunale, va, tuttavia, oltre e ci fornisce ulteriori
particolari. Ci fa presente – infatti – come più volte l’ amministrazione di
casa abbia tentato di raggiungere finanziamenti – facendo apposita domanda al
Ministero per i Beni Culturali ed alla Prefettura – onde reperire le liquidità
necessarie ad attuare interventi funzionali a restituire dignità a quello che è
pur sempre un luogo sacro. Denotandosi, pertanto, la assoluta attenzione e
sensibilità dell’ Ente guidato da Alessandro Crisci verso la questione. Allo
stato, tuttavia, nulla si è riuscito ad ottenere – ci dichiara il nostro
interlocutore – se non gli interventi a sostegno del tetto. Un eventuale –
proseguono dal medesimo ufficio – intervento dovrebbe principiare da un
consolidamento del costone tufaceo sottostante. In ogni caso, allo stato,
nuovamente replicando alle preoccupazioni manifestateci, ci viene ribadito come
nessuna problematica sussista con riferimento ad ipotetici collassi della struttura.
Varrà a smorzare le preoccupazioni degli auotomobilisti?
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