SANT’ AGATA DEI GOTI- Week end, per una volta ‘tutto esaurito’.


Giuseppe Fortunato – da ‘Il Sannio Quotidiano’
Un week end vissuto da ‘prima donna del turismo’ per Sant’ Agata dei Goti. Con
il vestito bello – almeno per una notte – progettando, però, di arricchire ben
presto la varietà del guardaroba.

Fiumi di gente si sono riversati – nella
serata di sabato ed in quella di domenica – nei vicoli e nelle piazzette del
centro antico – qui calamitati dal fitto calendario di appuntamenti, vario
nella sua offerta di sacro e di profano. E’ stato bello attraversare – una
tantum – un centro antico vivo, pullulante di gente, chiassoso, piacevolmente
intasato. Non tristemente desolato come sua consuetudine. Anche la
sovrapposizione tra l’ Infiorata del Corpus Domini’ ed il Festival del Bacio –
riteniamo – non abbia ‘turbato’ la suscettibilità di alcuno. Nei momenti della
celebrazione religiosa i ragazzi avevano, infatti, sgomberato il campo dalle
loro creazioni, per riposizionarle nelle loro sedi a processione finita. Giusto
così, in ogni caso, scelta appropriata. Sebbene – per il futuro – occorrerebbe
prestare maggiore attenzione onde scongiurare coincidenze e conseguenti
occasioni – sempre pronte ad essere colte – per sollevare polemiche. Il
Festival del Bacio, appunto. Una esperienza da ripetere, un magistrale esempio
di come anche espressioni di arte ‘post-moderna’ possano – se vi è una mano
sapiente a guidarla – sposarsi con contesti di millenaria storia e di classicità.
Sul tufo buio e spento è, così, sceso il tocco di bacchetta dei giovani accademici
che – d’ incanto – ha rianimato  e
ridestato le strade e le piazze dal loro torpore. Le facciate dei palazzi sono
divenute – così – tele impresse di tinte e di luci ‘a tema’, mentre riproduzioni
interattive e rappresentazioni sul selciato testimoniavano la sapienza e la
abilità di questi ragazzi che hanno fatto di Sant’ Agata dei Goti la pietra su
cui forgiare la personale creatività. Bello, veramente bello. Come – ma si
tratta di una ennesima, splendida conferma – è stato suggestivo ammirare le
mirabilie sacre di petali e di verde dell’ Infiorata, frutto della fede, della
passione e del sacrificio dei tantissimi volontari – giovani ed anziani – di
Sant’Agata dei Goti. I motivi di attrazione sono stati – quindi – tanti e vari;
tanta e varia – similmente – è stata la tipologia di persone che si è
affacciata alle nostre latitudini. Tra un vicoletto e l’ altro – tra baci e
petali – in tanti si sono fiondati all’ interno della Chiesa di San Francesco,
ove è in essere la mostra dedicata alla figura di papa Sisto V. Tante domande e
curiosità – il sottoscritto ha presidiato la struttura per un paio d’ ore –
sulla figura del controverso Peretti. Un pubblico di buon livello culturale,
curioso, voglioso di scoprire. Ad oggi, ad una decina di giorni dall’ inizio
della mostra, quasi 1.500 persone hanno lasciato la loro firma sul librone dei
ricordi posto all’ ingresso della chiesa. Un dato eloquente, significativo. Se
a queste persone potessimo andare a fornire un itinerario più ampio? Un
circuito che – magari – abbracciasse anche l’ ‘Annunziata’, ‘San Menna’ ed,
ancora, il Museo diocesano, la chiesetta delle ‘Redentoriste’, il Duomo, gli
appartamenti alfonsiani nonchè le cantine di disponibilità comunale. Se a tutto
ciò – alle relative spiegazione e custodia – si ponessero giovani guide e
vigilanti formati in casa? Se il tutto venisse inserito nei circuiti culturali
dovuti? – onde non fare la fine del Museo di Montesarchio, poco reclamizzato e,
quindi, spesso poco frequentato. Se si dotasse il centro storico di bagni
pubblici – anche quelli di tipo mobile – e di apposita segnaletica?. Se, tanti
se per un sogno. Allo stato, il prossimo passo sarà quello compiuto dalla
lapide di Madelgrima – che tornerà a casa, nella chiesa di San Francesco. E
quello delle varie tombe che formeranno – nella medesima struttura – la cellula
archeologica. Primi passi di una strada lunghissima. Primi passi, tuttavia, pur
sempre significativi. 

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