CENTRO MEDICO ERRE- Razzano ‘Situazione drammatica’

Centro
Medico Erre, la situazione è “drammatica”. Non usa mezzi termini il dottor
Michele Razzano, patron della struttura santagatese.

Una eccellenza sanitaria –
in ispecie nel settore riabilitativo – ben nota anche oltre i confini
regionali; un motivo di vanto per l’ intero comprensorio che, però, vede
addensarsi all’ orizzonte una scura coltre di nubi. Le difficoltà di cassa si
trascinano da troppo tempo, parimenti quelle nel corrispondere gli emolumenti
ai dipendenti. Ad oggi, le mensilità in arretrato sono ben otto. Le sigle
sindacali, nel corso di un incontro tenutosi – nei giorni scorsi – con i
vertici aziendali, avevano ottenuto garanzie – entro la data del 5 agosto –
relativamente al pagamento della mensilità corrente e di un’ altra riferibile a
quelle in arretrato. A successiva richiesta della azienda di prorogare tale
termine di 5 giorni era scattata- però – la reazione delle tre principali sigle
sindacali. Cgil, Cisl e Uil – con documento da noi rilanciato nella giornata di
ieri – avevano indetto lo stato di agitazione, paventando anche lo spiegarsi di
altre forme di agitazione – quali cortei – permanendo l’ attuale stato di cose.
Una molteplicità di fattori – apprendiamo dal patron Razzano – alla base della
grave condizione di oggi. “L’ Asl non ci paga” – chiarisce il medesimo.
“Abbiamo arretrati  riconducibili agli
anni 2008, 2009 e 2010 per un ammontare superiore ai due milioni di euro”. Se
l’ Asl non paga, quindi, permarrà la presente condizione di assoluta gravità.
Vi è anche, però, una questione gestionale, propriamente riconducibile alla
strutturazione del bilancio. E’ lo stesso Razzano a dichiararcelo “Dobbiamo
ridurre urgentemente i costi. Le spese relative al costo del personale sono
pari al 72-73% delle entrate”. La strada per giungere a ciò è alquanto
dolorosa. “Il rischio è di dover procedere con diversi licenziamenti. Se non si
fa ciò, è a repentaglio l’ intera struttura”. Evenienze da brividi, in ogni
caso. “Avevo cercato” – prosegue il maggiore azionista della struttura – “di
percorrere la strada del contratto di solidarietà”. Chiedo lumi. “In sostanza”
– spiega Razzano – “il personale, tutto il personale dovrebbe autotassarsi
riducendosi – per un determinato periodo – lo stipendio. I sindacati, però,
hanno rifiutato”. Chiedo se questa ipotesi avrebbe potuto scongiurare la possibilità
di vagliare la strada di eventuali tagli. “Sicuramente” – la replica – “avrebbe
potuto tamponare l’ emergenza del momento”. Attendiamo, con preoccupazione, l’
evolversi della vicenda. Ab origine, comunque, rimane la insolvenza della
Azienda Sanitaria, come ci espone Razzano. Per le – eventuali – deficienze del
pubblico, rischia – quindi – di naufragare una delle principali eccellenze
della sanità campana. Ma, come pare di desumere da quanto espostoci,
indipendentemente dalle mancanze degli organi ‘superiori’, pare doversi
apportare un nuovo riequilibrio alla voce entrate/uscite. Allo stato – ci ha
informato Razzano – “alquanto squilibrato”.

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