“Cinque Stelle”,presa di distanza dai “Sostenitori”
g.f.da ‘Il Sannio Quotidiano’
Nell’ immenso oceano “facebookiano” che “bagna” le rive saticuline imperversa l’ utente – anti Amministrazione-Valentino – “Sostenitori Cinque Stelle”. Già, andando a ritroso nel tempo, Cinque Stelle Sannio ed, ancor prima, Antonio Maddaloni. Nome, tale ultimo, ovviamente fittizio. Un tipo, in ogni caso, abbastanza camaleontico per una riproposizione in termini moderni del non egregio costume delle lettere anonime. Nelle sue considerazioni l’ utente spesso espone delle osservazioni, come si deduce dall’ “anti” di cui prima, non esattamente sponsorizzanti l’ operato della Maggioranza sedente a Palazzo San Francesco. Qualche collega dell’informazione, poi, in buona fede è finito per abboccare – ingannato dal logo dei grillini – finendo per attribuire alle “vere” Cinque Stelle dichiarazioni che erano, piuttosto, del “Sostenitore”.
Frasi, in particolare, riprese dalla vetrina dell’ utente ed inerenti una commissione operante in seno alla Casa comunale. Ambienti “ufficiali” dei grillini caudini ci avevano, onde evitare qualsivoglia fraintendimento, affidato un messaggio, in un certo senso, diffidante da utilizzi impropri e non legittimi del logo. Chiarendo, altresì, la assoluta estraneità rispetto alle esternazioni in questione. “Innocenti”, quindi, i grillini. Innocente il bravo Filippo Antonio Piscitelli, referente del locale “meet up” – comunque non lui l’ autore della “smentita” – che già veniva additato, del tutto ingiustamente, come il grande accusatore. Sui contenuti degli “attacchi” dei “Sostenitori” ognuno si è fatto, e la manifesta, l’ idea che vuole. Tra chi ritiene che sia mancata parsimonia da parte degli Amministratori, con riferimento ad una delle fatture “ristorative” pubblicate, e chi, invece, rammenta come esista uno specifico capitolo riconducibile alle “spese di rappresentanza”. Avendo, per di più, replicato il sindaco Valentino – in contesto consiliare – ad apposita interrogazione del pidiellino Paolo Di Donato specificando come il famoso pranzo laianese fosse riconducibile ad una circostanza istituzionale. Vale a dire, tutto chiaro e legittimo. Ma il punto, riteniamo, sia anche altro. Come sono finite, quelle ed altre ricevute – parte integrante di documenti ufficiali – su facebook? Chi le ha sottratte dagli archivi comunali? Chi si nasconde dietro la facciata pseudo filo-grillina?
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