AIROLA- Inchiesta, commercio in lieve flessione
g.f. da ‘Il Sannio Quotidiano’
Un Babbo Natale un po’ più smunto. Ma, tuttavia, non drasticamente inscheletritosi.Il bilancio relativo allo shopping natalizio,comparato a quello degli anni precedenti, rivela uno stato di cose che, mediamente, non risulterebbe essere in verticale e precipitoso crollo. Certo è, tuttavia, che i tempi in cui si navigava nell’oro – seppure mai vi son stati – sono lontani come l’orizzonte. Tutto questo quanto ricaviamo ad esito della indagatoria passeggiata condotta, nella mattinata di ieri, attraverso le strade dello “shopping”airolano. Corso Montella, la zona dei portici, Corso Caudino. Queste le zone battute alla ricerca di impressioni nonché, magari, di idee e suggerimenti da rilanciare alla attenzione degli amministratori di casa. Articoli da regalo, negozi di abbigliamento e piccole botteghe che vendono articoli di uso quotidiano; queste le tipologie merceologiche cui abbiamo bussato – per un totale campionario di 18 attività- molto spesso confusi, manco finisse loro il fumo negli occhi, per venditori di contratti telefonici. Su un totale di 18 esercenti, in nove – giusto il 50% degli interpellati – ci hanno rivelato come il generale andamento degli affari abbia denotato una flessione rispetto alle festività 2011.
Sei ci hanno, invece, esposto come le cose si siano mantenute stabili ed ulteriori tre, invece, hanno con soddisfazione ammesso un miglioramento degli affari. Ai nove che ci hanno denunciato la flessione delle economie abbiamo – anche un po’ maliziosamente – cercato di estorcere, alquanto maliziosamente, qualche frase al veleno. “Secondo voi”, la domanda posta, “tale crisi è da addebitare solo alla crisi globale o, magari in parte, anche alle politiche strettamente locali?”. Sei degli interpellati se la prendono con le economie mondiali; solo tre, invece, ritenendo che qualche fattore casalingo sia concausa entro la criticità del momento. Due, in particolare, beccano Palazzo Montevergine “Non organizzano nulla per attrarre gente”. Uno degli imprenditori, invece, ritiene che il poco spirito di iniziativa della categoria sia il reale forte limite allo sviluppo economico – “Perché”, ci dice, “non apriamo anche la domenica?”. Il pepe ce lo siamo riservati in coda. Ai medesimi 18 domandando anche delle strisce blu “Servono”, lo specifico quesito posto, “alla causa dell’economia?”. E qui, sorpresa vera della intera scampagnata airolana, non registriamo un plebiscito di condanna. La maggioranza degli interpellati rimane contro l’ipotesi strisce blu – precisamente 10 – “Sono un balzello che può fare da ulteriore deterrente agli acquisti”. Il restante – 8 dei sottoposti ai nostri taccuini – afferma, invece, con convinzione la utilità dello strumento quale contrasto all’abuso nella sosta di quanti depositano l’auto per ore sulla pubblica strada impedendo il necessario ricambio
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