Shock anafilattico, 20enne salvato al Sant’Alfonso

Salvato dalla professionalità ma anche dalla valenza umana del medico che in quel momento si trovava di turno presso il Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. La vicenda è quella di un ventenne (circa) del Napoletano che, nella giornata del primo Maggio, si trovava nei paraggi del territorio santagatese, a quanto pare per prendere parte ad una cerimonia che si stava svolgendo in una attività ristorativa. D’improvviso, un malore progressivo determinato da uno shock anafilattico, da comprendere se di origine alimentare o collegabile ad altro fattore. Sta il fatto che il ragazzo, accompagnato da alcuni coetanei, è giunto già in condizioni molto difficili presso l’ospedale di Sant’Agata de’ Goti. Pallido, sofferente, sembrerebbe già con una condizione di incipiente difficoltà respiratoria. Ora la ricostruzione non è probabilmente perfetta; parrebbe, però, che il giovane sia giunto in Ps qualche minuto dopo le 18. Ufficialmente, quindi, già dopo la conclusione dell’orario di funzionamento del Pronto soccorso. Teoricamente, quindi, il medesimo, salvo l’esistenza di disposizioni delle quali non siamo a conoscenza, doveva essere trasferito in altro nosocomio. E, a quanto pare, sulle prime così doveva essere. Mancando l’ambulanza che avrebbe dovuto trasferire il giovane presso il San Pio di Benevento, pertanto, è stata allertata quella del 118 che, secondo la disponibilità, sarebbe dovuto giungere da Limatola o da Airola. In quel momento, però, in reparto si trovava un professionista che si è reso immediatamente conto del fatto che la vita del ragazzo si giocava sul filo di pochi minuti e che, molto probabilmente, un trasferimento presso il nosocomio beneventano si sarebbe potuto rivelare fatale. La decisione, quindi, di intervenire comunque. Senza guardare l’orologio (sempre che si fosse effettivamente sforato l’orario delle 18). Con una iniezione il ragazzo si è subito riavuto e ha riguadagnato parametri vitali normali tanto da poter fare ritorno presso la propria abitazione.
Non siamo a conoscenza, ora, di quali possano essere i protocolli. Non sappiamo, pertanto, se, dopo le ore 18, il divieto di intervenire sia tassativo anche al cospetto di una situazione a rischio morte immediata. Ripetiamo: tutto questo non lo sappiamo. Ciò che sappiamo è che vi è stato un medico che, a quanto pare anche dopo le ore 18, ha garantito una prestazione chiaramente salvavita dimostrando, oltre che competenza, valore umano ed empatia. È stato detto, in tempi recenti, agli attivisti del Movimento civico, tra roboanti applausi, che il comportamento ostinato di voler salvaguardare il Pronto Soccorso full time dell’ospedale di Sant’Agata de’ Goti avrebbe fatto morire persone. Il caso descritto dimostra l’esatto contrario.

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