Violentò 20enne caudina, arriva la condanna
La Corte di Cassazione respinge il ricorso avverso alla condanna pronunciata dal secondo grado, che quindi ora diventa definitiva, a sei anni che era venuta dapprima dal Tribunale di Avellino, il 9 aprile 2019, e poi, come detto, dalla Corte di Appello nel Gennaio 2024. Questo il destino giudiziario per A. D. che era stato tratto in arresto nell’Ottobre del 2013, per poi essere rimesso in libertà, dietro l’ipotesi accusatoria di avere usato violenza sessuale nei confronti di una ragazza di Cervinara, all’epoca dei fatti ventenne. I fatti descritti si riferiscono a quanto avvenuto nella nottata tra il 12 ed il 13 Maggio 2012 a San Martino Valle Caudina. L’uomo condannato e la ragazza vittima degli abusi facevano parte di una medesima comitiva che si era intrattenuta per trascorrere una serata in compagnia all’interno di un locale. Al momento di fare ritorno a casa, A.D. aveva riaccompagnato uno ad uno con la propria automobile tutti gli occupanti. L’ultima persona restata in auto era proprio la ragazza. L’uomo, tuttavia, invece di condurla presso l’abitazione, si era diretto con l’automobile verso la zona industriale di San Martino Valle Caudina. A quel punto aveva arrestato la marcia, era sceso dalla vettura e si era diretto verso il lato del passeggero quivi aprendo lo sportello ed usando violenza sessuale nei confronti della coetanea. Due giorni dopo, la ragazza si era recata presso il Rummo di Benevento e, quindi, presso la Questura sannita dove aveva provveduto a sporgere denuncia. Gli inquirenti, a quel punto, avevano posto in essere un sopralluogo per comprendere l’esatta ubicazione dei fatti – posti a ridosso tra le province di Benevento e di Avellino – al fine di comprendere quale Procura avesse giurisdizione. Con il caso che, in effetti, era transitato presso la Magistratura irpina. Quindi lo sviluppo dei fatti fino all’epilogo processuale prima detto. A discapito dell’oggi 33enne è stato anche disposto il pagamento di una provvisionale di 15.000 euro ed il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore della parte civile.
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