POST-CONSIGLIO: Affondo di Ciervo su Montella
Disattesi i pronostici di quanti, in virtù del motto “la quiete dopo la tempesta”, avevano fatto ipotesi di una seduta dal pacioso andamento. Laddove per tempesta si intendevano gli scoppiettanti scambi che avevano caratterizzato l’ ultima seduta. Otto decimi della discussione, in realtà, sono anche scivolati via lungo il tracciato di una dialettica alquanto “soft”; testimonianza di ciò il passaggio di più punti non solo a forza di maggioranza. A “scuotere” il sonnacchioso procedere ci ha pensato, poi, l’ assessore Angelo Montella. Relatore, il medesimo, della validissima proposta di introdurre, anche entro la realtà saticulina, la pratica di videoriprendere le sedute consiliari. Un intento, il presente, oggetto pure di recentissima petizione da parte della triplice “Grande Sud-Voce del Popolo-Cinque Stelle”.
Ma che già figurava nell’ agenda amministrativa da, quanto meno, 18 mesi. Nulla dicendosi, quindi, sulla ottima qualità della proposta, hanno suscitato in parte perplessità alcune delle esternazioni di Montella. Non entrando nel merito della condivisione o meno dei relativi contenuti, ciò attenendo alla sfera della soggettività, è stata quanto meno la sede dell’ arringa ad essere parsa poco consona. Una sede istituzionale che pretende, necessariamente, l’ uso di parole soppesate onde non esacerbarsi animi già facili a prendere fuoco. Il rappresentante dell’ Esecutivo ha fatto riferimento ad una “disinformazione perpetrata via social network o anche a mezzo stampa, attraverso l’uso sistematico della tecnica subdola della distorsione e della manipolazione delle informazioni e dei fatti ad uso politico”. Ciò “indice della volontà specifica di voler trarre in inganno i cittadini manipolandone scientemente la coscienza”. Parlando, ancora, dello sconforto nel prendere atto di come “una esigua parte della popolazione giovanile, abbia un rapporto così tanto conflittuale con la lingua italiana”. Uscite che han finito e finiranno per produrre l’ inevitabile, e non gradita, risultante di far nuovamente salire la temperatura dialettica interna il paese. Già tendenzialmente alta. Nettamente più forti, poi, sia nei contenuti, sia nella forma, le parole del consigliere Stefano Di Donato. Il quale, oltre a sedere nel parlamentino di paese, riveste il non trascurabile ruolo di vice presidente della Comunità Montana del Taburno. Una serie di esternazioni quelle del medesimo pur condivisibili, sia chiaro, con riferimento e limitatamente al personalissimo sfogo posto in essere in replica ad ingiuriose osservazioni mossegli da un utente facebook verosimilmente mascherato dietro falso nome. E’ la restante parte del discorso, tuttavia, ad aver destato diffuso “borbottio” tra i presenti. Nel contesto dell’ arringa sempre vertente su giovani, web e dintorni, Stefano Di Donato ha proferito all’ indirizzo di Montella la seguente espressione “Non dare voce al niente”. Cogliendosi, ancora, altre parole. “Dietro di noi non c’è niente” o “dietro di loro non c’è niente”. Una questione di pronomi personali, non ben colta dalle nostre stanche orecchie, che non muta molto la qualità di quanto espresso. E che meriterebbe, giusto a scanso di equivoci, un chiarimento da parte del medesimo interessato. Volendosi capire cosa il medesimo intendesse per “niente”. Inevitabile, pertanto, come, alla luce delle nette esternazioni ieri registratesi, non siano mancate diffuse reazioni. Alcune bisbigliate, altre “cinguettate” sui social network. Altre, ancora, quale quella recante la firma dell’ ex sindaco saticulino, Alfonso Ciervo, affidateci a mezzo nota. “L’assessore Montella”, esordisce Ciervo, “in qualità di assessore alla cultura e alla partecipazione nella seduta consiliare dell’otto ottobre, relazionando sull’argomento relativo alla diffusione della diretta web delle sedute consiliari, con le sue dichiarazioni forti e gravi nei confronti dei giovani santagatesi ha avuto una grande caduta di stile istituzionale, rappresentando un cattivissimo esempio di democrazia. Soprattutto”, prosegue il medesimo, “quando riferendosi ai gruppi di giovani delle associazioni culturali, presenti in aula, ha sottolineato che ‘’ è sconfortante che i gruppi di giovani hanno difficoltà con la lingua italiana ed il loro impegno è finalizzato solo ad ingannare l’opinione pubblica. Forse l’assessore Montella dimentica che molti di questi giovani, sono professionisti con tanta di laurea e che rivendicano il loro sacrosanto diritto di critica e di giudizio. Queste affermazioni dette da un assessore alla cultura, sono veramente mortificanti per i giovani e per le istituzioni che dovrebbero favorire la crescita democratica, mentre al contrario, trasmettono comportamenti che reprimano gli spazi del confronto e della dialettica democratica. Forse l’assessore Montella pensava che i giovani santagatesi che rivendicano libertà di pensiero e autonomia di giudizio, potessero essere asserviti alla sua corte di amministratore, anziché favorire il dialogo e accettare il confronto, cerca di intimidire, fino ad offendere la loro dignità, dimenticando che la libertà di espressione è sancita nella costituzione. Nella nostra città, ormai stà dilagando un modo di fare amministrazione che si ispira ad un solo motto ‘’chi non è con me è contro di me’’ e chi no si allinea, va demolito e distrutto. Questo metodo dell’amministrazione Valentino ormai blocca ogni forma di crescita civile culturale e democratica. Ma i giovani non si faranno intimidire”. Fin qui Alfonso Ciervo. Paolo di Donato, tra il serio ed il faceto, ha, invece, così riferito “Il discorso di Montella, contro la libertà di stampa, sembrava quello posto in essere da Breznev. Mi riferisco alla parte in cui lo stesso ha sottolineato come la sede del confronto non sia quella dei blog, bensì quella istituzionale. Come possono fare, quindi, i giovani, ad esprimere le loro idee? In ogni caso, per un attimo, ho pensato di stare al Soviet supremo”. Il principio costituzionale della libertà di stampa, proseguendo, è stato richiamato anche dal conciso, equilibrato ed opportuno intervento del consigliere Alfonso Maria Di Caprio. L’ auspicio, in definitiva, è che la dialettica possa ricomporsi entro un alveo di maggiore serenità. Ahinoi, essendo il presente, infatti, il secondo momento consiliare consecutivo caratterizzato da code aspre. In conclusione ci riserviamo di anticipare come l’ assessore Montella, previa nostra richiesta, farà pervenire una personale uscita in replica alle esternazioni varie che lo hanno chiamato in causa.
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