AIROLA- Tessival dura: mobilità subito.
Giuseppe Fortunato – da ‘Il Sannio Quotidiano’
della saga reindustrializzazione. Se gli ultimi, però, erano stati ricchi di
apparenti felici contenuti, quello scritto ieri mattina addensa cupe nubi all’
orizzonte airolano.
Quanto meno, ciò è quel che sembrerebbe ricavarsi dall’
esito dell’ incontro tenutosi tra Tessival Sud – nella persona di Salvatore
Setteducati – e le sigle sindacali che rappresentano i lavoratori caudini. Tale
ultime avevano avanzato istanza di prolungare il regime della cassa
integrazione – in scadenza il 30 settembre – a tutto il mese di dicembre.
Deciso ‘niet’ della controparte: mobilità subito. Questo lo scenario che si
aprirebbe nell’ immediato. In data 12 ottobre, intanto, si dovrebbe avere l’
incontro romano – presso il Ministero dello Sviluppo Economico – onde prendere
ascolto della offerta degli Industriali. in tale sede si dovrebbe capire quali
e quanti aziende andrebbero a compartecipare con la TTA al processo di
reindustrializzazione. Quanto anche – vogliamo essere veramente ottimisti –
dovessero discendere felici ‘nuove’ dal vertice capitolino, gli ex lavoratori
Benfil-Tessival arriverebbero a quella data in un regime di non aggancio al
mondo del lavoro. Con le eventuali subentranti aziende – quanto meno da un punto
di vista legale – non vincolate ad alcunchè in fatto di assunzioni. Brutta
gattaccia da pelare. Cosa si è rotto, quindi, ci chiediamo? Perché – tale
inversione di rotta – se si dava per acquisita una cassa integrazione fino a
dicembre? Si doveva rimanere più vigili? A dirla franca, con riferimento allo
stretto contesto airolano, l’ unica figura che è parsa sempre e realmente
‘sull’ attenti’è stata quella del primo cittadino Napoletano. Vigile, tenace,
impegnato. Con lui, le componenti varie della maggioranza e della minoranza.
Diversamente da loro, però, si è palesata troppa rilassatezza presso altri
versanti. E la rilassatezza non aiuta il felice esito delle battaglie. Che –
certo – devono pur sempre rimanere nell’ alveo della civiltà. Ma, rammentiamolo,
tra i due estremi v’è sempre la mezza misura.
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