Tocco Caudio: esproprio per realizzare nulla
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Tocco Caudio: primo piano della parte vecchia, oggi abbandonata |
Precisiamo subito – giusto per scansare il campo da antipatici equivoci- che l’ attuale amministrazione comunale tocchese -targata Antimo Papa- non è la madre dello scempio di cui ora diremo, sebbene disponga degli stumenti – come da diritto- per porvi rimedio oggi. La storia la si apprende leggendo una missiva inviata alla stampa dal signor Pasquale Ricciardi. Questi i fatti: dicembre del 1991. L’ allora amministrazione comunale, con decreto sindacale, notificava al signore ora citato la procedura di esproprio di un terreno di circa 380 metri quadri, con l’intento di occuparla d’urgenza per la costruzione di un acquedotto rurale.Una storia analoga a tante altre. L’ interesse del privato che deve soccombere – secondo i principi ispiratori del nostro ordinamento – al cospetto di quello pubblico. Sarà tutto vero e, molto probabilmente, questo neppure il signor Ricciardi lo mette in dubbio. Il problema – non affatto irrilevante – è che in questi venti anni non è stata messa in cantiere opera alcuna. Nulla, neppure l’ accenno, l’ abbozzo, l’ embrione di una qualsiasi attività. Neppure un mattone è stato posto in quei 380 metri quadri di terreno ove, a tutt’ oggi, fa bella mostra di se una marea di sterpaglie. Perchè l’ Ente comunale, quindi, sottrae alla disponibilità di un privato un qualsivoglia quod per , poi, non farne nulla? Perchè tanta sollecita urgenza nell’ espropriare? E perchè, ancora – nonostante la marea di carteggi inviati alle varie amministrazioni comunali e prefetture succedutesi nel tempo – il signore in questione non si è mai visto risarcire un quattrino o, se di denari non si vuol sentir parlare, almeno restituire il maltolto? Una marea di interrogativi – ad oggi caduti nel vuoto – cui si spera qualcuno possa rispondere. Magari lo potrebbe fare l’ attuale primo cittadino, non colpevole del ‘misfatto’ di venti anni fa, ma pur sempre istituzione legalmente atta a riparare al danno.
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