50 anni fa Berlino veniva sventrata: i numeri ed i nomi del Muro
Dati numerici da wikipedia.org Le prime luci dell’ alba di domenica 13 agosto. Anno 1961, cinquant’ anni fa. L’ umanità portava ancora vivi i segni – nell’ anima, nel ricordo, nelle cose – del cappio nazista. Ma le donne berlinesi che tiravano su le serrande di casa non potevano immaginare che – di li a poco – si sarebbero affacciate su una nuova era di sangue e sofferenze. Una profonda, lunga ferita di cemento e ferro si era aperta nella notte nel cuore di Berlino, snodandosi inesorabile tra le strade, sventrando – quasi fosse un treno impazzito – case e palazzi, i cui increduli residenti furono sfrattati in gran fretta. I leader dell’ Est avevano deciso che quella falla verso ovest andava una volta per tutte tappata. Troppo era l’ imbarazzo che suscitavano i numeri della vergogna: 2,5 milioni di persone – operai specializzati, intellettuali, professionisti, disertori dell’ esercito – in poco più di un decennio, avevano sfruttato Berlino – porta verso l’ Occidente capitalista ed americano – per fuggire dalla parte sinistra del mondo. Da allora i cittadini dell’ Est rimasero intrappolati: si consideri che nei vent’ anni di muro fu concesso solo a 5.000 cittadini il diritto di passare verso Ovest. Il tragitto contrario, invece, poteva avvenire senza restrizione alcuna. E così le stelle di quella maledetta notte guardarono le fila di mattoni ergersi verso di loro.Chissà se sapevano che – di li a poco – si sarebbero infradiciate di tanto sangue innocente. D’ incanto famiglie furono separate, uomini e donne non poterono più raggiungere la loro sede di lavoro.Tutto era stato spezzato in due, non solo Berlino. Da quell’ istante quella striscia di cemento era la frontiera tra due mondi. Quella del Muro è una tragedia da leggere attraverso i suoi numeri. Freddi e muti come esso stesso. La sua lunghezza era superiore ai 155 km. Dopo la costruzione iniziale, venne costantemente rimaneggiato. Nel giugno 1962 venne costruito un secondo muro, all’interno della frontiera dell’ Est, destinato a rendere ancora più difficile la fuga verso la Germania Ovest. Nasceva così la cosiddetta “striscia della morte”. Ovvero, lo spazio compreso tra i due muri. Nel 1965 si diede inizio alla costruzione della terza generazione del muro che avrebbe soppiantato le precedenti. Era composto da lastre di cemento armato collegate da montanti di acciaio e coperti da un tubo di cemento. Il “muro di quarta generazione”, iniziato nel 1975, era in cemento armato rinforzato, alto 3,6 metri e composto di 45.000 sezioni separate. Aveva uno spessore di 1,5 metri e costo’ 16.155.000 marchi.Per fare un confronto, un panino al tempo costava 1,04 marchi della Germania Est. A partire dal 1975 la “striscia della morte” fu ‘arricchita’da recinzioni, 105,5 km di fossati anticarro, 302 torri di guardia con cecchini armati, 20 bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 km.Questi i numeri tecnici. Ora, invece, i numeri del sangue.Vi furono circa 5000 tentativi di fuga coronati da successo verso Berlino Ovest. Nello stesso periodo varie fonti indicano in un numero compreso tra 192 e 239 i cittadini della Germania Est uccisi dalle guardie mentre tentavano di raggiungere l’ovest. Finché il muro non fu completamente edificato e fortificato, i tentativi di fuga furono messi in atto con tecniche casalinghe.Una di queste prevedeva di passare con una macchina sportiva molto bassa – lanciata a forte velocità – sotto alle barricate.Un’ altra era quella di gettarsi dalla finestra di un appartamento prospiciente il confine, sperando di “atterrare” dalla parte giusta. Con il tempo le strategie di ‘evasione’ si evolsero : si passò, così, a costruire lunghe gallerie, a scivolare lungo i cavi elettrici tra pilone e pilone e, in ultimo, ad utilizzare aerei ultraleggeri. La prima persona a pagare con la vita il suo tentativo di fuggire fu Ida Siekmann che, il 22 agosto del 1961, aveva tentato di salvarsi saltando dal suo appartamento nella Bernauer Strasse. L’ultimo morto era Winfried Freudenberg, morto l’8 marzo del 1989; aveva intrapreso una fuga spettacolare con una mongolfiera autocostruita, caduta poi sopra il territorio di Berlino Ovest. Sovente vengono nominati Günter Litfin come prima vittima del Muro e Chris Gueffroy come ultima; in realtà erano il primo e l’ultimo ucciso a colpi di armi da fuoco dai soldati di confine. Chris Gueffroy venne ucciso il 5 febbraio 1989 mentre cercava di scavalcare il muro presso Nobelstrasse. Aveva poco più di vent’anni, era nato il 21 giugno 1968: una croce lo ricorda, insieme a tante altre, in piazza 14 marzo, alle spalle della porta di Brandeburgo. Prevalgono, tra i morti del Muro, gli uomini, in particolare quelli piuttosto giovani. Ma, tra i casi noti sono ricordati anche Olga Segler, morta all’età di 80 anni e la diciottenne Marienetta Jirkowsky (25 agosto 1962 – 22 novembre 1980), uccisa con 27 colpi. La triste lista comprende anche bambini: Lothar Schleusener (di 13 anni) e Jörg Hartmann, di dieci anni – uccisi entrambi, a colpi di arma da fuoco, dai soldati di confine, nel tentativo di fuga intrapreso insieme.Ed ancora, Cengaver Katranci, di nove anni, Giuseppe Savoca, di sei anni, Siegfried Krobot, di cinque anni, Cetin Mert, morto il giorno del suo quinto compleanno, e Holger H.,18 mesi. Uno dei più noti tentativi falliti fu quello del diciottenne Peter Fechter, prima ferito da proiettili sparati dalle guardie di confine della DDR, il 17 agosto 1962, e poi lasciato morire dissanguato nella cosiddetta striscia della morte. Il tutto davanti all’occhio dei media occidentali. Tra i fuggitivi si contano anche molti soldati addetti alla sorveglianza: nota in tutto il mondo è la foto del giovane Conrad Schumann che salta sopra il filo spinato alla Bernauer Straße. Ma tra di essi non mancarono le vittime, come il giovane Burkhard Niering, ucciso nel 1974.
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