La riscossa del cornuto (o presunto tale)
Le famiglie bene di Monopoli sono tutte radunate nella Chiesa Madre della cittadina. Donne con veli e cappelli a larghe falde, uomini tiratissimi e strozzati dalle cravatte – paragonabili a cappi, specie in un mezzogiorno estivo. La sposa accompagnata sull’ altare dal papà emozionatissimo, mesi di preparativi – tra fiori, abiti, ricevimento. . . – tutti compressi in quei pochi metri quadri dell’ altare. ”Vuoi tu prendere ‘Tizio’ in sposo? ” – chiede il prete con tono solenne. ”Si” – risponde candida lei. Stessa domanda allo sposo. Silenzio. Gelo nella chiesa e organo che si ferma d’ incanto.Primi visi lividi.Il prete che replica l’ interrogativo.”No”, riecheggia nella chiesa.Un no tondo e grasso, pronunciato con fermezza e l’ orgoglio di chi ha ingoiato amaro ed ora consuma la sua instantanea, gelida vendetta. Vociare pazzesco e crescente tra i presenti.Parenti di lei ibernati.Sposa incredula.”Posso chiederti” – fa l’ attonito prete – ”il motivo di questa drastica decisione??”. ”Lo chieda alla mancata sposa ed al testimone” – la sua lapidaria spiegazione. Silenzio d’ oltretomba. Lo sposo che se ne va e che, per non perdere la caparra della villa, invita i suoi invitati a festeggiare la riscossa del cornuto.
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