Il maestro Grillo tra pittura reale e surreale

Figura di riferimento nel panorama della pittura regionale, il maestro Renato Grillo propone uno stile capace di colpire anche l’ occhio dell’osservatore profano.Le tematiche da lui trattate,infatti, disegnano una pittura con frequenti spunti surreali, contraddistini da stacchi di colore forti ed improvvisi. I soggetti delle sue rappresentazioni invitano chi li guarda ad affacciarsi nel profondo mondo interiore dell’ autore. Dopo essersi diplomato presso il liceo artistico, conseguendo il diploma di Maestro d’ arte, Renato Grillo si abilitò all’ insegnamento di disegno e di storia dell’ arte. Il palmares dell’ artista è di tutto rispetto, potendo egli vantare un ottimo consenso, riscosso a margine di mostre sia individuali, sia collettive.Inoltre, il prestigio delle sue rappresentazioni ha avuto la forza di imporsi anche oltre i confini nazionali, arricchendo le collezioni di privati su tre continenti. Il critico d’arte Franco Ruinetti, ha detto testualmente di lui e delle sue opere: ‘’Tenace spinta liberatoria, propensione a cogliere le ragioni prime della vita, ad indagare l’origine degli istinti e dei sentimenti, costituiscono le linee essenziali della tematica del pittore Renato D. Grillo. Il quale si avvale di un linguaggio figurale ricco di simboli acutamente espressivi, non necessariamente decorativi, anzi spesso ingrati,che affermano spietate intuizioni’’.Prosegue il Ruinetti: ‘’Il suo è un orientamento ad indagare nelle ragioni oniriche, nella sfera della concentrazione assoluta ove non valgono i crismi dei condizionamenti, ove non hanno eco i codici comportamentali del singolo e della collettività organizzata. Le figurazioni scorrono fluide, plastiche,chiaramente leggibili. Il segno si muove sinuoso, vitale, spontaneo perché la mano segue fedele il dettato, la narrazione della mente. Infatti i quadri di questo artista presuppongono una fertile capacità creativa. I modelli altro non sono che idee, che dal mondo della realtà traggono solo qualche lontano principio d’ispirazione. Spesso il contenuto delle opere è quasi avvolto da una atmosfera rarefatta, in cui incombe l’arcano del silenzio. Un’aria di magia inquietante s’addensa sulle scene. E pian piano il lettore di queste proposte avverte un’indeterminabile angoscia, di fare una breccia nell’usura del quotidiano per essere condotto ad attingere ai segreti delle “parentele sepolte”, come dice Foucault. Si  snodano sulla tela delle forme modellate che possono ricordare certi nostri apparati organici. Sono presenti non certamente con intenzioni beffarde o sarcastiche o macabre, ma per vedere,  come in un lampo, la completa e complessa realtà ora della bellezza, ora del pensiero e dello spirito. Bellezza, pensiero e spirito, infatti non costituiscono mai realtà a sé stanti, ma presuppongono sempre un substrato fisico determinato da una molteplicità di fattori. Queste evoluzioni di forma tubolare possono talvolta assumere il significato di una presenza umana, altra volta rappresentano quasi cordoni ombelicali che ci collegano con incalzante coerenza al germinare delle passioni. Il particolare discorso figurativo di Renato D. Grillo nutre senz’altro intendimenti morali.’’ Il critico d’arte così conclude il suo intervento su Grillo:’’ Tutta l’arte è moralità ma si deve affermare che questa espressione anche laddove è interpretabile come dissacratoria, lo è massimamente. Lo dimostra il fatto che l’autore si pone nella libertà più assoluta e che ogni lavoro suscita emozioni in ultima analisi di ordine catartico’’.

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