
La recente inchiesta sulle scommesse che ha coinvolto insospettabili protagonisti del calcio italiano ripropone in tutta la sua drammaticità il crescente e pauroso fenomeno del gioco.In tutte le sue forme.Una volta erano, principalmente, le carte da poker e le corse dei cavalli.Oggi sono scommesse sul calcio, videopoker, ma anche i comunemente detti ‘gratta e vinci’.Piacevoli diversivi, se concepiti come semplice divertimento di pochi spiccioli,capaci, anzi, di regalare tanta adrenalina.Il problema, ovviamente, si pone quando l’occasionale ‘investimento’ di qualche euro lascia il posto all’ impegno,sovente, di cifre imponenti in grado di smontare gradualmente ingenti patrimoni. E, inoltre, di distruggere famiglie.Il nostro Paese si colloca al secondo posto in Europa dopo la Finlandia per spesa pro capite per il gioco d’azzardo (mediamente 600 euro all’anno).Spesso sullo sfondo si nascondono i canali paralleli a quelli ufficiali.Del resto,puntate di migliaia di euro, come nel caso delle scommesse calcistiche, non sono ammesse se non nel mondo clandestino.E l’ usura è dietro l’ angolo. Il fenomeno è trasversale, investendo la società senza distinzioni di età, sesso, ceto sociale e collocazione geografica.Anzi, da recenti monitoraggi, sembra che le principali vittime dei ‘gratta e vinci’ siano donne di mezza età.Casalinghe, o lavoratrici che siano, facili sperperare centinaia di euro accanendosi in modo compulsivo sulle tante versioni oggi esistenti.Armate di una monetina e tanta disperazione.Ma quello del gratta e vinci è il male minore.Se la guardia di finanza monitora sempre con maggiore attenzione il territorio alla caccia di video poker taroccati (modificati, cioè, illegalmente allo scopo di ‘spennare’ il malcapitato di turno) è il settore delle scommesse calcistiche ad essere quello più attualmente in voga.Non produce danni solo il veicolo clandestino.Le vite si distruggono anche nei punti scommessa ufficiali.Cosa vi è all’ origine di simili atteggiamenti autolesionistici?Spesso le difficoltà economiche.Talvolta si tratta del disoccupato, dello studente squattrinato o del papà che non sa come pagare la bolletta.Ma il vero male, quello sinonimo di dipendenza, si annida nelle tasche di uomini facoltosi.Gente con stipendi dorati vittime della ludo-mania che iniziano a giocare non per necessità.Ma per desiderio di sfida, per una irresistibile smania di nuove e forti sensazioni.Ma che poi, nella necessità, ci piombano indebitandosi fino a dover chiedere l’ aiuto dello sciacallo di turno.
Commento all'articolo